- 22 Agosto 2018
- Posted by: Clhub
- Categoria: Startup

Sentiamo sempre più spesso parlare di Open Innovation, ma cos’è e perché rappresenta un’opportunità per aziende consolidate e startup?
Il termine, che significa “innovazione aperta”, è stato coniato dall’economista statunitense Henry Chesbrough, nel saggio The era of open innovation (2003), secondo il quale il paradigma della “closed innovation”, ovvero l’innovazione dentro l’impresa, non poteva più bastare nonostante i timori delle aziende di non essere più gli unici “proprietari” delle invenzioni e i legittimi tentativi di tutelare le proprie proprietà intellettuali.
L’open innovation è un modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non possono basarsi soltanto su risorse interne ma devono ricorrere sempre più a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori e consulenti.
Questa modalità di collaborazione, che è sempre più diffusa anche in Italia, rappresenta una grande opportunità di sviluppo economico poiché crea un punto di incontro tra startup innovative e aziende più consolidate.
L’innovazione aperta consente alle imprese di trarre numerosi vantaggi generati proprio da una continua connessione e contaminazione con l’ambiente esterno. Le grandi aziende possono far leva sulla conoscenza, la ricerca e l’innovazione delle startup le quali diventano un vero e proprio reparto di ricerca e sviluppo esterno all’azienda; per le startup l’incontro con l’impresa più grande è un’occasione di crescita, di ingresso di nuove finanze ma anche di esperienza e di conoscenza del mercato.
Questo continuo dialogo con il network esterno consente alle imprese di intercettare innovazioni tecnologiche di prodotto/processo e di mercato al di fuori della propria organizzazione, da acquisire o internalizzare al fine di accrescere il vantaggio competitivo nel settore di riferimento. Adottando il modello di collaborazione proattiva, le imprese possono facilitare la risoluzione di problemi nell’ambito della ricerca e dello sviluppo, combinando fonti di soluzioni innovative interne ed esterne.
La possibilità di ricorrere a risorse esterne che agevolano i processi innovativi, riduce i costi di ricerca e sviluppo e il time-to-market dei prodotti servizi, con un evidente vantaggio competitivo e un investimento limitato, che si traduce in minori rischi.
Quali i numeri dell’Italia?
Secondo il rapporto 2017 dell’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital, promosso da Smau, insieme ad Assolombarda e Italia Startup, su oltre 6.400 startup innovative in Italia, un terzo è partecipato da imprese in logica Open Innovation. Inoltre, le startup partecipate da realtà corporate hanno un tasso di fallimento significativamente più basso.